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DEGAS
rientra in quel gruppo di pittori francesi che, a partire dalla seconda
metà del 1800 (1870 circa), formarono il movimento impressionista.
L'etichetta data al gruppo aveva un significato spregiativo: evidenziava
come i quadri di questi pittori (Monet, Renoir, Degas, ecc...) non si basavano
su una solida conoscenza dei maestri precedenti, ma si limitavano a rappresentare
una impressione fuggevole; di qui il nome di impressionismo. I critici
ed il pubblico del tempo rifiutarono questo genere di pittura: la pittura
del paesaggio era ancora considerata di secondo ordine. Ciò è
evidenziato dal fatto che gli artisti premiati nelle esposizioni annuali
(i Salon) si dividevano le commissioni per i ritratti ufficiali ed i quadri
a soggetto storico. Agli impressionisti veniva contestata la scelta dei
soggetti: rappresentavano scene di vita quotidiana a loro contemporanea,
ambientate nelle strade, nelle sale da concerto, nei teatri e nei caffè,
puntando l'attenzione sul movimento e sugli effetti di luce. La tecnica
pittorica: stendevano il colore in rapida successione di piccoli tocchi,
così si riportavano gli effetti istantanei e mutevoli della percezione
visiva. Per quanto riguarda Degas, nelle sue opere voleva dare risalto
allo spazio ed alle solidità delle forme viste dalle più
diverse angolazioni: per questo i suoi soggetti provengono dall'ambito
del ballo. I suoi quadri non raccontano una storia: Degas guardava le ballerine
con la stessa oggettività con cui i pittori impressionisti guardavano
natura e paesaggio da rappresentare nelle loro opere. Ciò che interessava
a Degas era il gioco di luci e di ombre sul corpo umano, e la possibilità
di rappresentare dinamismo e spazio. Interpreta il tema della ballerina
anche in scultura (generalmente da lui eseguita in argilla e cera) e, dato
che per lui la ballerina altro non è che una figura snodabile, si
dedica a studiarne il movimento. |
Qui
sono raggruppate più di venti ballerine attorno a Jules
Perrot (inserito nell'opera in un movimento più tardo),
ma le ballerine rimangono percepibili singolarmente. In ogni caso
la particolarità dei singoli gesti si fonde nell'impressione
della lezione di danza: c'è chi si sistema il nastrino
intorno al collo, chi il fiocco nei capelli, chi si siede sul
pianoforte...
Presenta
la prima donna che esegue il suo assolo su di un palcoscenico
vuoto, tra le quinte vi sono altre ballerine ed un uomo, visibili
solo parzialmente. La ballerina viene colta nell'attimo in cui
completa un arabesco: la posizione della gamba poggiante per terra,
il gesto del braccio esteso, il movimento del tronco e l'inclinazione
della testa caratterizzano con precisione la posizione. Il palcoscenico
è rappresentato in prospettiva fortemente obliqua ed il
bordo anteriore non si vede. La ballerina, poi, viene posizionata
in modo tale che il palco vuoto occupi la maggior parte della
superficie della tela.
L'accecante
illuminazione della ribalta contrasta con le ombre sul palcoscenico
buio del fondo. Sullo sfondo il corteggiatore, che assiste alle
prove seduto a cavalcioni sulla sedia, viene a trovarsi di fronte
all'osservatore.
A
prima vista è molto simile alla "Lezione di Danza" (pag
2), ma rispetto a quello è più duro: rende lo
spazio più sobrio e lo sfondo si avvicina allo spettatore;
rende lo spazio solo con uno specchio ed un manifesto, rinunciando
ai pilastri di marmo.
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Mostra
dieci ballerine sottoposte ad un esame: il maestro in abito bianco
dà le istruzioni che le ballerine devono eseguire, le ballerine
che non sono intente nelle loro esercitazioni si concentrano su
quella che è sottoposta all'esame. Nell'immagine c'è
una predominanza di toni di ocra e di grigio, ravvivati solo dai
nastrini delle ballerine.
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